LO SNORKELING
 
Una volta in acqua è tutto più leggero, anche la macchina fotografica più o meno accessoriata. Bisogna soltanto guardare e, se si ritiene opportuno, fotografare quello che ci piace di più. Non ci sono problemi, tranne le eventuali correnti di cui parlavamo prima. Prima di iniziare a "passeggiare" tra i pesci, quindi, è buona norma lasciarsi sostenere a pelo d'acqua senza nuotare, e vedere se ci spostiamo ed a quale velocità. Se c'è corrente debole, conviene sempre iniziare contro corrente e proseguire fino a che si vuole, per tornare indietro con la corrente favorevole. Se c'è una corrente più forte, conviene portarsi fuori della sua portata: normalmente si tratta di un torrente interno al resto della massa d'acqua, e basta spostarsi di qualche metro per trovare correnti molto meno impetuose. Resta sempre valida la necessità di informarsi presso il diving locale.
Qualche volta dentro la maschera entra un poco di acqua, e disturba la corretta visione dei fondali. Un sistema molto efficace per espellere l'acqua è costituito dal tenere la testa leggermente fuori dall'acqua e, premendo con una mano la maschera contro la fronte (come indicato nella illustrazione a fianco), soffiare attraverso il naso. L'aria soffiata spinge l'acqua fuori dalla parte inferiore della maschera. Si riassesta la maschera e si riparte. Un altro problema fastidioso è costituito dall'appannamento delle lenti. Parlavamo prima del trattamento da fare prima di entrare in acqua, ma la durata protettiva di tale procedura è limitata nel tempo, e dipende, oltretutto, dalle temperature dell'acqua. In alcuni mari tropicali esistono forti sbalzi di temperatura passando da un punto all'altro della laguna, nonché alcune correnti di acqua più fredda della massa circostante. Questi cambiamenti possono talvolta far appannare sia la maschera che lo scafandro della macchina fotografica.
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Un sistema spesso utilizzato per togliere l'appannamento della maschera, se non si tocca, è costituito dal fare volutamente entrare acqua nella maschera e poi toglierla con il sistema di cui accennavamo prima. Bisogna tuttavia stare attenti a non fare entrare acqua negli occhi: si tratta di acque solitamente molto salate e ricche di plancton, che possono provocare forti bruciori agli occhi, da trattare poi con un collirio adeguato. E' quindi preferibile portarsi fin dove si tocca, o alla barca di appoggio, e pulire lì la maschera. Del resto non è mai prudente allontanarsi troppo dalla barriera dove si tocca senza avere la sicurezza di una barca che segua il nostro percorso, e normalmente la barriera corallina è visibile con tutti i suoi colori fino a profondità relativamente ridotte
Un'ultima cosa da ricordare. In acqua stiamo convivendo con altri esseri che hanno diritto ad essere rispettati senza venire traumatizzati dalla nostra presenza. Quindi stiamo attenti a come ci muoviamo e non tocchiamo assolutamente nulla. I pesci, se ci avviciniamo troppo si possono spaventare, soprattutto alcuni di loro, meno aggressivi. Ad esempio, nelle lagune con acqua bassa, a seconda delle maree si possono trovare tartarughe che rimangono chiuse entro specchi di acqua bassa e che devono aspettare la marea più alta per tornare in libertà. Teniamoci, anche in questi casi, lontani da loro, e vinciamo la tentazione di accarezzarle perché si terrorizzerebbero. E stiamo attenti, se camminiamo in acque basse, a dove mettiamo i piedi: i coralli sono molto delicati e spesso c'è un mondo molto piccolo che potremmo distruggere con un passo
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